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Lunga vita agli asparagi

Si raccoglie quello selvatico nei campi o si coltiva, già da 2000 anni. Gli imperatori

Romani ne andavano matti, tanto da dedicarvi navi apposite per andare a

raccoglierli, le “asparagus”. I nativi del Nord America li essiccavano per goderne le

tante virtù.

L’asparago, infatti, è ricco di proprietà benefiche, innanzitutto per i reni. È diuretico,

con abbondante manganese e vitamina A che, oltre ai reni, fanno bene a pelle e

legamenti. E poi fosforo, magnesio, potassio, calcio e vitamina E. Un toccasana che, per giunta, si distingue da gran signore in cucina per il gusto sofisticato delle sue varietà: bianco, violetto, verde… Il primo cresce nascosto dalla terra, quindi, in assenza di luce il gusto rimane più delicato. Se per caso lo sorprende qualche raggio di sole tende a diventare violetto, con un retro gusto amarognolo. Il germoglio di asparago verde, invece, si sviluppa in piena luce, sprigionando pienamente il colore e il gusto, piuttosto dolce ma più intenso. A differenza degli altri non è necessario pelarlo. Si cuociono a vapore o con la parte bassa dello stelo, più coriacea, immersa in acqua bollente. Possono poi essere saltati in padella con burro o olio, insaporiti da uno spicchio d’aglio e poi accompagnati con uova sode o al tegamino, insaporiti da una generosa grattugiata di Parmigiano Reggiano o Grana Padano. Anche nel risotto è ottimo, tagliando lo stelo a rondelline e lasciando le cime a pezzetti. Poi la vellutata, e in zuppa, anche orientali, in piccole dosi. La nostra proposta è un classico, declinato in versione “pret a porter”.Gli asparagi sono a pezzetti saltati in padella, le uova sode e tritate, condite con un poco di olio extravergine, abbondante bottarga grattugiata e scaglie di Grana.

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